Gaetano Valeri, organista e compositore italiano
«Adì 5 marzo 1762. Gaetano Bernardo Valerio figliolo del Signor Giovanni Battista Valeri quondam Valerio e della Signora Teresia Persi quondam Giuseppe sua legittima moglie è stato oggi battezzato da me Francesco Alberti suo Parroco. Padrini furono il Signor Bernardo Brusco quondam Antonio di S. Bortolamio ed il Signor Bernardino Girardi quondam Crescentio di S. Lucia. Nacque il dì suddetto alle ore 11 circa».
Questo documento, acquisito per la prima volta dalla mia ricerca, cambia definitivamente la data di nascita di Gaetano Valeri finora conosciuta.
In precedenza, infatti, fu attestata ovunque a quella del 21 settembre 1760, giorno in cui nacque invece il primo figlio dei genitori, Giovanni Battista e Teresa Persi. Il bimbo, battezzato Gaetano, morì purtroppo soltanto un anno dopo.
La circostanza dell’omonimia unita alla conoscenza dei soli documenti del primo nato ha portato a identificare questi con il secondogenito, il musicista Gaetano Valeri, «esimio organista» a Padova, città in cui nacque e risiedette per tutta la vita.
Gaetano studiò dapprima nel collegio dei Padri Somaschi e successivamente con Ferdinando Turrini, organista in S. Giustina.
Il rapporto didattico con Ferdinando Turrini dovette superare alcuni assestamenti prima di volgere al meglio. Gaetano, infatti, appassionato di disegno e arti plastiche, inizialmente si rivelò incostante nello studio della musica, al punto da irritare Turrini, che arrivò a ricusarlo.
In seguito però alla determinazione e all’insistenza del padre e di Gaetano Savonarola, protettore del giovane allievo, Turrini si decise a riprenderlo e a tentare un approccio didattico differente e questa volta di successo.
Di forte impatto emotivo è il racconto di una vera e propria conversione in favore degli studi musicali, sopraggiunta come un dono inatteso, che Giovanni Battista Pietro Aloisio Valeri, nipote di Gaetano, ascoltò proprio dallo zio «più volte»:
«Al primo tocco del tasto sentissi Gaetano un brivido: egli stesso più volte mi raccontava che al brivido successe un sudore e un’esaltazione tale di mente, che si sentì altro uomo e di molto superiore a se stesso».
Un musicista davvero precoce
E infatti Valeri cominciò presto a esercitare la professione di musicista: prestò infatti servizio, appena diciassettenne, nel convento domenicano di S. Agostino tra l’ottobre 1779 e il novembre 1785.
Il successivo primo dicembre Gaetano, a ventitreenne, fu eletto dal Capitolo a ricoprire per sei anni la prestigiosa carica di organista della Cattedrale.
Poco dopo, il 30 gennaio 1786, il musicista convenne a nozze con la ventiduenne Teresa Boretto.
Il contratto con la Cattedrale fu in seguito rinnovato per ulteriori sei anni, cioè fino al 1797 e ormai giunto nella pienezza della maturità.
Valeri fu intento in molteplici e pressanti attività musicali, considerando anche l’attività concertistica e teatrale e, non ultima, l’insegnamento.
Proprio per questo surplus lavorativo, Gaetano nel 1803 si dimise dall’incarico presso la Cattedrale, cedendo il posto per circa un anno e mezzo ad Alessandro Mini.
Due anni e mezzo dopo, il 9 agosto 1805, a testimonianza delle sue grandi capacità, fu di nuovo assunto come maestro di cappella, mansione liberatasi in seguito alla morte di don Francesco Antonio Marchetti.
Negli anni successivi Gaetano dovette affrontare alcune fastidiose questioni personali: «la doglia reumatica artritica» alla gamba sinistra, di cui soffrì fino alla morte, e le incerte condizioni psichiche della moglie, probabilmente ammalatasi di demenza.
Nonostante ciò, il suo servizio alla Cattedrale continuò almeno fino al 1818, come attestano alcune ricevute di pagamento prima d’ora inedite.
Lucido, ma stanco e segnato dalla malattia, diede ancora prova di un carattere fermo e scrupoloso e di un animo nobile, manifestando nel 1822 la volontà di fare testamento, lasciando tutti i suoi beni in prima istanza alla moglie e in seconda ai nipoti. Morì a sessant’anni, alle tre del pomeriggio del 13 aprile 1822.
Le mie ricerche su Gaetano Valeri
La mia ricerca ha portato alla luce cinque nuovi concerti, quattro per cembalo e uno per fortepiano, tra i quali tre autografi, composti in un arco di tempo che parte nel 1789 e giunge al 1803.
Queste nuove acquisizioni hanno aperto uno sguardo del tutto sorprendente sulla sua attività, sia per la continuità dedicata a questo genere e sia perché Valeri è stato considerato in precedenza un compositore dedito principalmente all’organo.
L’analisi dei concerti e la comparazione con il ritrovamento di un’altra fonte inedita e autografa del Concerto in sol maggiore per organo, intitolata però in questo caso al cembalo e datato al 1791, hanno invece evidenziato una destinazione d’uso interscambiabile non soltanto tra cembalo e organo, ma talvolta anche tra questi e il fortepiano.
Questa circostanza testimonia senz’altro di una prassi non solo personale, e cioè di un processo non ancora completamente concluso in Italia per quanto riguarda l’integrazione di uno strumento che era ormai ben affermato nei contesti musicali d’oltralpe.
Alla vita di Valeri, ai suoi 5 concerti inediti e alle loro implicazioni ho dedicato un dettagliato sulla rivista Ad Parnassum Journal.
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