La musica ovvero

la nostalgia del suono

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Giusy De Berardinis Giusy De Berardinis

Se all’inizio fu il ‘logos’, cioè ‘il verbo’, talvolta tradotto anche con ‘il suono’, è immediata la comprensione del legame profondo tra musica e letteratura.

Di Giusy De Berardinis

La letteratura e la Poesia, ovvero del potere della musica e delle parole

Negli occhi di chi prova a capire

Alcuni scatti di me

L’arte di custodire musica

I miei strumenti

Musica è ascolto. Ascolto della relazioni tra suoni che vivono per un solo istante e poi fuggono via, lasciando tuttavia un solco profondo, soprattutto in chi della musica ha fatto una ragione di vita.

Il mio lungo viaggio verso le Radici

Il musicista vive per la nostalgia creata dal suono. Per quel vuoto così evidente e così insopportabile. Per tentare, invano, di riappropriarsene.

Durante un collegio docenti in conservatorio, un collega che mi conosceva appena mi chiese che strumento suonassi e io risposi con entusiasmo: il clavicembalo! Inspiegabilmente il collega mi consegnò alcune notizie, vaghe per la verità, su un compositore di fine Settecento, i cui lavori l’avevano colpito in un ascolto di molti anni prima.
Mi misi immediatamente a indagare con una certa solerzia e in poco tempo arrivai a identificare quel compositore in Ferdinando Turrini, al quale ho consacrato in una decina di anni moltissima attenzione e del quale ho ricostruito la biografia e soprattutto riscoperto rimarchevoli sonate dedicate al «Cembalo-Pianoforte» in un’epoca in cui in Italia si produceva soprattutto l’Opera.