Vai al contenuto
Home » Gabriele D’Annunzio e Luisa Baccara: Un viaggio amoroso e artistico nato nel nome di Ferdinando Turrini

Gabriele D’Annunzio e Luisa Baccara: Un viaggio amoroso e artistico nato nel nome di Ferdinando Turrini

Gabriele D’Annunzio e Luisa Baccara: Un viaggio amoroso e artistico nato nel nome di Ferdinando Turrini

Luisa Baccara

Il poeta pubblicò la Raccolta Spinola di Turrini e conobbe Luisa Baccara al pianoforte mentre ne eseguiva una sonata

Le sonate della Raccolta Spinola furono tra le più fortunate della produzione di Turrini fino ai primi decenni del Novecento. Sono riferibili proprio a questo periodo, infatti, numerosissime antologie di importanti editori che le riproposero con la revisione di illustri pianisti, tra i quali Cesi-Marciano, Tagliapietra e Vitali.

La Raccolta Spinola, inspiegabilmente mutilata della Sonata IV, fu edita a Milano nel 1921 anche in una collezione diretta da Gabriele D’Annunzio: Sonate per cembalo / Ferdinando Turrini / trascritte per pianoforte a cura di Carlo Pedron, Milano, Società Anonima Notari per Edizioni di Musiche Italiane, 1921 («I Classici della Musica Italiana. Raccolta Nazionale delle musiche italiane diretta da Gabriele D’Annunzio»).

Leggi anche: Ferdinando Turrini, “suonatore d’organo e di clavicembalo impareggiabile”

D’Annunzio citò Turrini ne La Leda senza cigno

È interessante rilevare che il poeta conoscesse Turrini ben prima della pubblicazione delle sonate nella collana da lui diretta. Infatti, in un dialogo del romanzo La Leda senza cigno, pubblicato nel 1913, troviamo una sorprendente e significativa citazione del compositore:       

Beethoven? – dissi a bassa voce, sorpreso dall’accento della musica che riudivo dopo l’intervallo indefinito del mio silenzio distratto.

[…]la signora guardò nel programma[…]e disse:

                        – Ferdinando Turini.

[…]Che pensare? – dissi […]. Aveva egli avuto conoscenza del primo stile beethoveniano? Non so veramente. Se potessimo sapere che l’ignorò, quanto valore originale e significativo avrebbe per noi questa sonata in Re bemolle!

Il movimento di recupero della musica italiana agli inizi del Novecento

Il vasto movimento storico di recupero della musica italiana, avviatosi nei primi decenni del Novecento, trovò in Gabriele D’Annunzio un appassionato precursore, come bene illustra Fiamma Nicolodi nel volume Musica e musicisti nel ventennio fascista:

«La crociata pro antiquitate che porterà nel ’31 al repêchage delle Sinfonie op. XVIII del Viadana, era stata avviata con la Raccolta delle musiche antiche (meglio nota come «I classici della musica italiana»): l’iniziativa patrocinata nel ’17 da Notari e promossa da D’Annunzio che aveva indotto il musicista [Francesco Balilla Pratella, n.d.r.] insieme con Malipiero, Pizzetti, Perinello e molti altri a restituire a nuova vita alcuni lavori sconosciuti o negletti della storia musicale italiana […]».

L’incontro tra D’Annunzio e la pianista Luisa Baccara nel nome di Turrini

Proprio in questo contesto storico-culturale e nel nome di Turrini, nacque la relazione amorosa tra D’Annunzio e la pianista Luisa Baccara, sua compagna devota fino e ben oltre la sua morte.

In Luisa Bàccara, La musicista che visse per d’Annunzio e gli sacrificò tutto, anche l’onore, Antonella Federici riporta infatti le parole con le quali la stessa pianista racconta il primo e fatale incontro con il poeta:

«Fu a Palazzo Vidal sul Canal Grande. Dovevo fissare la data del mio prossimo concerto e così passai dal Presidente della società Concerti Benedetto Marcello, che era il musicologo Ugo Levi. Il padrone di casa mi venne incontro sorridendo, annunciandomi la presenza di Gabriele d’Annunzio. Fui turbata. Suonai pezzi di alcuni classici italiani e fra questi la Sonata di Ferdinando Turini».

Federici riferisce inoltre che «[…] il Poeta mandò a Luisa Baccara una copia della Leda senza cigno con la dedica ‘A Luisa Baccara questo libro dov’è una pagina su La Sonata di Ferdinando Turrini offre il suo riconoscente ammiratore. 19 aprile 1919’».

La «superba» sonata in re bemolle maggiore della Raccolta Spinola fu nel repertorio di Luisa Baccara

La sonata eseguita da Luisa Baccara in quella circostanza fu molto probabilmente la Sonata Sesta della Raccolta Spinola, pubblicata da Ricordi nel 1918. Federici, infatti, elenca diverse recensioni di concerti nei quali l’artista suonò una sonata espressamente qualificata in un’occasione come la «sonata in re bemolle maggiore del Turrini»:

«La Perseveranza», Milano, mercoledì 22 marzo 1911

Associazione di Amici della Musica

Il secondo concerto di musica italiana antica. […]. Essa suonò con tocco brillante, con accortissima intuizione dell’effetto dovuto, un’aria severa di Frescobaldi, un’interessante sonata di Pescetti, una brillantissima del Galuppi, un doloroso poetico Adagio di Matielli, poi una superba composizione di Turini, una canzone di A. Scarlatti e con grande verve la toccata e burlesca di D. Scarlatti […].

«Il Resto del Carlino», Bologna, lunedì 5 marzo 1917 / Società del Quartetto

La signorina Bàccara si affermò pianista di grandi qualità nei vari brani da lei interpretati e specialmente nella sonata in re bemolle maggiore del Turrini, pezzo nuovo per il nostro pubblico e di molto interesse per la ricca fattura e lo sviluppo delle forme pianistiche in relazione all’epoca in cui fu scritto.

[…] «La Perseveranza», martedì 27 marzo 1917 / Concerto Bàccara – Chialchia

[…]. Essa ci fece passare ieri sera attraverso a tutti gli stili: da un austero Preludio e Fuga per organo di Bach […] alla briosa sonata di Turini […].

Conclusioni

Fino ai primi decenni del Novecento le sonate di Ferdinando Turrini, con particolare riferimento a quelle della Raccolta Spinola, furono sia pubblicate che eseguite. Molto lusinghiera e significativa fu l’attenzione per Turrini di Gabriele D’annunzio e Luisa Baccara, nei loro rispettivi ruoli. Altrettanto prestigiosa fu quella di Arturo Benedetti Michelangeli, che scelse un Presto (con ogni probabilità quello in sol minore, primo movimento della Sonata IV della Raccolta Spinola) nel concerto tenuto il 29 gennaio 1937 presso il Salone Pietro Da Cemmo a Brescia.

Bibliografia:

Ferdinando Turrini, Sonate per cembalo / trascritte per pianoforte a cura di Carlo Pedron, Milano, Società Anonima Notari per Edizioni di Musiche Italiane, 1921 («I Classici della Musica Italiana. Raccolta Nazionale delle musiche italiane diretta da Gabriele D’Annunzio»).

Gabriele D’Annunzio,  La Leda senza cigno, Verona, Arnoldo Mondadori Editore 1955 («Prose di Romanzi, II»).

Fiamma Nicolodi, Musica e musicisti nel ventennio fascista, Fiesole, Edizioni Discanto 1984.

Piero Rattalino, prefazione al compact disc Ermitage 183-2 ADD, Arturo Benedetti Michelangeli – The unknown recordings, 1996.

Antonella Federici, Luisa Bàccara / La musicista che visse per d’Annunzio e gli sacrificò tutto, anche l’onore, Vicenza, Neri Pozza Editore 1994.

Arturo Benedetti Michelangeli / Il grembo del suono, a cura di Antonio Sabatucci, Brescia, Skira 1996.


La musica, ovvero la nostalgia del suono

Giusy De Berardinis


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *